Cahiers d’Artistes 2023

Arti visive
The 8 Cahiers together
Cahiers d’Artistes 2023 ©Samuel Bänziger / Jungle Books

Su raccomandazione di una giuria, Pro Helvetia fra le oltre cento candidature pervenute per il nuovo numero dei Cahiers d’Artistes previsto per il 2023 ne ha scelte otto. 

I criteri di scelta sono stati un’attività espositiva regolare in Svizzera, estesa a più regioni linguistiche, e una pratica artistica rinomata. I Cahiers d’Artistes sono le prime pubblicazioni monografiche delle persone prescelte. 

I Cahiers sono prodotti in stretta collaborazione con i grafici Samuel Bänziger, Rosario Florio e Larissa Kasper (casa editrice e studio grafico Jungle Books, San Gallo). 

Nel 2023 i Cahiers d’Artistes usciranno in diversi design e formati.

Patricia Bucher *1976 Aarau,
vive e lavora a Zurigo e Berlino

«How birds can keep you from marrying the wrong person»
260 x 260 mm
64 pagine

Conclusa la formazione artistica a Zurigo (Hochschule für Gestaltung und Kunst, oggi Hochschule der Künste) e a New York (School of Visual Arts), Patricia Bucher è attiva professionalmente come artista dal 2001 e nel 2020 ha anche ottenuto il Master of Fine Arts a Basilea (Fachhochschule Nordwestschweiz); negli ultimi anni è diventata autrice di un vasto corpus di opere che si occupa delle questioni semiologiche fondamentali, utilizzando una varietà di materiali e tecniche diverse come installazione, architettura, oggetti, collage, pittura, disegno o lavoro su testi.  Nelle sue opere, l’artista si dedica alla definizione, alla leggibilità e alla veste strutturata di segni e forme che sono radicati nella nostra memoria collettiva. Il suo linguaggio visivo rinvia a sistemi di scrittura, pittogrammi e simboli che dai geroglifici spaziano fino ai videogiochi.

Il Cahier di Patricia Bucher, dal titolo «How birds can keep you from marrying the wrong person», utilizza un linguaggio formale unico nel suo genere. La pubblicazione presenta le sue sculture, definite da contorni semplici, per lo più ortogonali, e a volte contenenti una barra disposta a 45 gradi. L’artista provoca disagio utilizzando proporzioni che infrangono le consuete norme architettoniche, portandole all’assurdo. La pubblicazione, che gioca con la percezione distorta delle proporzioni nelle sue opere, è composta da tre parti. Nella prima vengono presentate le sculture esposte da Patricia Bucher in occasione delle mostre degli ultimi anni, per poi proseguire con un contributo di Claudius Fruehauf, l’indice e il colophon e terminare con la terza parte, dedicata ai disegni dell’artista.

La pubblicazione «How birds can keep you from marrying the wrong person» offre uno spaccato affascinante sulle opere di Patricia Bucher, invitando lettori e lettrici a confrontarsi con le dimensioni non convenzionali delle sue sculture e dei suoi disegni.

Il testo esplicativo che accompagna il Cahier di Patricia Bucher è di Claudius Fruehauf (Losanna), architetto che ha terminato i suoi studi presso il PFZ nel 2007, fondando poi nel 2008 a Losanna lo studio FHV Architekten – FRUEHAUF, HENRY & VILADOMS. In precedenza, tra il 2005 e il 2006 e tra il 2009 e il 2010, ha collaborato con Herzog & de Meuron come aiuto scenografo. Nel 2008 ha lavorato come architetto presso Herzog & de Meuron a Basilea.

Patricia Bucher, Cahier d’Artistes, 2023 ©Larissa Kasper / Jungle Books

Martin Chramosta *1982 Zurigo,
vive e lavora a Basilea e Vienna

«Hotel Europa»
150 x 200 mm
308 pagine

Martin Chramosta ha studiato a Basilea (Hochschule für Gestaltung und Kunst) e a Vienna (Universität für Angewandte Kunst). Come artista lavora principalmente nei campi della scultura, del disegno e della performance. Nel suo lavoro Martin, Chramosta indaga il valore contemporaneo e la rilevanza sociale delle forme storiche, ne plasma con mezzi diversi assemblaggi di natura materiale e ideale; spesso per le sue opere utilizza reperti oppure le modella in argilla, cera o gesso. Riferimenti importanti della sua attività sono i canoni estetici (e i materiali) del socialismo reale, dell’architettura storica e dell’araldica.

Nel suo Cahier, dal titolo «Hotel Europa», l’artista presenta un’imponente raccolta di fotografie: le circa 300 pagine della pubblicazione contengono immagini che Martin Chramosta ha raccolto negli ultimi cinque anni sottoforma di schizzi fotografici e appunti. Si tratta di una documentazione di oggetti, momenti e monumenti che offre una visione affascinante del suo processo artistico. La selezione di immagini racconta storie di lavoro e di viaggi, di luoghi e di spazi. Utilizzando il linguaggio della fotografia, Martin Chramosta invita i lettori e le lettrici a immergersi nel suo mondo e nel suo processo di lavoro. Le fotografie si distinguono per la nitidezza, la composizione estetica e la capacità di cogliere l’essenza dei luoghi e degli oggetti raffigurati.

La pubblicazione contiene un racconto di Ann-Kathrin Eickhoff, nato in seguito a una conversazione con l’artista su diversi temi: Los Angeles, Roma, arte negli spazi pubblici, hotel e scrittori e scrittrici. La storia integra le impressioni visive e crea una cassa di risonanza per le immagini di Chramosta.

Ann-Kathrin Eickhoff (*1990, vive e lavora a Zurigo/Berlino), che ha contribuito al Cahier di Martin Chramosta con il suo racconto, è autrice, curatrice e attualmente co-direttrice artistica della Halle für Kunst Lüneburg. In precedenza ha lavorato come curatrice presso il Kunstverein Nürnberg, la rivista online di critica d’arte «Brand new life» e il PF di Zurigo, dove ha anche studiato.

Martin Chramosta, Cahier d’Artistes, 2023 ©Larissa Kasper / Jungle Books

Maria Guta *1983 Bucarest,
vive e lavora a Neuchâtel e Ginerva

«Loneliness Beside The Swimming Pool»
232 x 300 mm
176 pagine

Maria Guta ha conseguito il Bachelor of Fine Arts in progettazione grafica a Bucarest (Universitatea Naţională de Arte) e un master in direzione artistica a Losanna (École cantonale d’art). Nel suo lavoro ricorre a vari mezzi (fotografia, video, performance, media immersivi e sociali) e si colloca sia dietro sia davanti all’apparecchio di ripresa. Per il suo lavoro sono essenziali i meccanismi di produzione e presentazione dell’io nell’era digitale; sono in particolare la costruzione delle identità virtuali come forma strategica di identità pubblica e privata a caratterizzare le sue opere. L’artista si interessa particolarmente a temi quali gli ideali di bellezza, l’immortalità o anche il fenomeno della fama; sul suo lavoro e sulla sua estetica influiscono principalmente il cinema americano, la reality TV e la cultura pop.

Lola Lane, l’alter ego di Maria Guta, è comparsa in una moltitudine di ruoli negli ultimi anni. In precedenza, queste trasformazioni avvenivano principalmente sui social media o in progetti video e performativi. Per il suo Cahier d´Artiste, intitolato “Loneliness Beside The Swimming Pool”, l’artista ha cercato di riassemblare la sua vecchia collezione di riviste e libri di cinema, dalla quale ha scansionato moltissime immagini. Ha poi manipolato digitalmente tali immagini sostituendo tutti i volti esistenti con i propri, e infine ha ristampato tutto per creare una serie di collage analogici.

All’interno di questa raccolta compulsiva di immagini, distribuite su 180 pagine e simili a un fan-book, Lola Lane si trasforma in un numero significativo di celebrità e personaggi di fantasia degli ultimi 100 anni. La pubblicazione è anche un omaggio artistico all’attrice, poco conosciuta, Lola Lane e alla cultura pop che ha alimentato l’immaginazione di Guta fin dalla sua prima infanzia.

L’artista e scrittrice ginevrina Fabienne Radi ha redatto il testo del suo Cahier. In perfetta armonia con i collage visivi, ha abilmente creato un cut-up di testi che ci portano in un tour vorticoso delle molteplici vite di Lola Lane. È come una vetrina compressa di star e “it girl” che spazia dagli anni Venti al 2020, da Joan Crawford a Britney Spears, con deviazioni attraverso le vite di Frances Farmer, Pamela Des Barres, Anna-Nicole Smith e altri personaggi intriganti che hanno vissuto la loro vita di decadenza, tragedia e montagne russe.

Maria Guta, Cahier d’Artistes, 2023 ©Larissa Kasper / Jungle Books

Thomas Julier *1983 Briga,
vive e lavora a Zurigo e Briga

«Just a Few Drops Down the Hatch»
210 x 270 mm
128 pagine

Thomas Julier ha conseguito nel 2009 un bachelor in fotografia e nel 2013 il Master of Fine Arts a Zurigo (Hochschule der Künste). Per realizzare i suoi progetti artistici ricorre soprattutto a fotografie, filmati, oggetti, software e lingua. Thomas Julier adotta spesso un approccio specifico del luogo e del contesto e si occupa di fenomeni sociali, mediatici e storici. Nel suo Cahier, dal titolo «Just a Few Drops Down the Hatch», Thomas Julier presenta fotografie da lui scattate tra il 2014 e il 2023. In una cronologia a ritroso, che inizia già dalla copertina, vengono mostrate le istantanee scattate a Roma, Palermo e Parigi: facciate di edifici, paesaggi, vetrine, manifesti, insegne, statue, corvi e manichini. Queste immagini non sono semplici scatti fugaci, ma testimonianza della sua acuta percezione e precisione tecnica.

Inoltre, la pubblicazione presenta anche slogan raggruppati per aree tematiche su magliette stampate da Thomas Julier. Raccolti nel corso di molti anni, interrompono a intervalli irregolari le pagine con le immagini. Gli slogan aprono un ulteriore livello di riflessione sul linguaggio e sulle forme di espressione visiva. Un preludio e un testo di Roman Selim Khereddine completano e contestualizzano l’opera di Thomas Julier, approfondendo il suo approccio artistico e consentendo a lettori e lettrici di comprendere più a fondo le sue opere fotografiche.

Il mix di fotografie, slogan su magliette e testi esplicativi crea una visione d’insieme multiforme, rappresentativa dell’opera di Thomas Julier.

Roman Selim Khereddine (Zurigo), che ha scritto il contributo al Cahier di Thomas Julier, è artista e critico d’arte. Prima di completare il Master of Fine Arts a Zurigo (Hochschule der Künste) nel 2020, ha conseguito un bachelor in studi islamici e storia (2010-2013) e un master in arabo e turco (2013-2016) presso l’Università di Zurigo. Le sue opere sono esposte in tutta la Svizzera e all’estero e pubblica regolarmente articoli sull’arte contemporanea.

Thomas Julier, Cahier d’Artistes, 2023 ©Larissa Kasper / Jungle Books

David Knuckey *1985,
vive e lavora a Ginerva e Zurigo

«SOUP/SUP»
240 x 320 mm
124 pagine

David Knuckey ha studiato a Ginevra (Haute école d’art et de design) e a Zurigo (Hochschule der Künste). Il suo lavoro consiste principalmente in dipinti e sculture concepiti in un’ottica seriale, che ricorrono a materiali come colori acrilici, cera, resina, espanso, legno e gesso. Nelle sue opere, l’artista si focalizza in particolare su come possano sfumare i confini tra astratto e figurativo, servendosi di immagini e oggetti quotidiani che trasforma e che, una volta ridotti all’essenziale, spesso sembrano non avere più alcun legame con il loro contesto originario.

Il suo Cahier d’Artiste, dal titolo «SOUP/SUP», contiene una variegata raccolta di fotografie esposte nel corso di mostre, scatti del suo studio, schizzi e appunti. Nella pubblicazione, le immagini del suo archivio personale instaurano un dialogo tra di loro scorrendo da una pagina all’altra, per poi riapparire sorprendentemente in un secondo momento. Il concetto compatto e denso di contenuti è alleggerito da pagine vuote. Il formato e il design conferiscono alla pubblicazione un aspetto simile a quello di una rivista, trasmettendo una certa serenità, leggerezza e spontaneità. Il contenuto documenta la pratica artistica di Knuckey, il suo processo (attraverso schizzi e appunti) e il suo lavoro in studio.

Il contributo al Cahier d’Artiste di David Knuckey è della curatrice Judith Welter (Zurigo), che ha studiato storia dell’arte, letteratura spagnola e scienze religiose all’Università di Berna. Nel 2014 ha concluso il suo dottorato di ricerca sul ruolo delle voci e degli aneddoti nell’arte contemporanea. Dal 2015 al 2021 ha ricoperto il ruolo di direttrice della Kunsthaus di Glarona. Dal 2004 al 2015 ha lavorato per il Migros Museum für Gegenwartskunst di Zurigo, dove si è occupata dell’organizzazione delle mostre dal 2012. Dal 2016 insegna presso diverse università ed è responsabile del Master of Fine Arts della Hochschule der Künste di Zurigo.

David Knuckey, Cahier d’Artistes, 2023 ©Larissa Kasper / Jungle Books

Rhona Mühlebach *1990 Zurigo,
vive e lavora a Glasgow

«Obstacles for Cows»
257 x 364 mm
100 pagine

Ottenuto un bachelor in cinema a Losanna (École cantonale d’art), nel 2017 Rhona Mühlebach ha conseguito il Master of Fine Arts a Glasgow (School of Art). Le sue opere comprendono video, audio, testo e installazioni. Il lavoro di Rhona Mühlebach è segnato dal suo interesse per le relazioni fra esseri umani, animali, piante e paesaggi. L’artista abbozza fantasie che ampliano con mezzi finzionali e narrativi la nostra visione incompleta del mondo in cui viviamo, così che alla valutazione razionale si sostituisca l’interpretazione emotiva. Presupposto del suo modus operandi è che nel corso del tempo le chiavi narrative sociali e storiche siano soggette a continue e varie (re)interpretazioni.

Il Cahier di Rhona Mühlebach, dal titolo «Obstacles for Cows», comprende otto quaderni/spartiti, riuniti in un’unica pubblicazione. Le partiture all’interno dei «quaderni» si basano su sceneggiature dell’artista, che ha scelto brani di dialoghi disponendoli su più pagine, seguendo un sistema grafico che ricorda una notazione. L’aspetto tipografico dei dialoghi è stato inoltre adattato al modo in cui parlano i personaggi e sono presenti notazioni del compositore William Aikman (Glasgow).

Il formato stesso della pubblicazione rimanda agli spartiti e invita all’acquisizione e alla reinterpretazione delle otto partiture contenute nella pubblicazione.

Anche se il Cahier d’Artiste di Rhona Mühlebach si basa sulla sua attività cinematografica, la pubblicazione crea solo alcuni collegamenti visivi con questi lavori, attraverso otto immagini. L’intera pubblicazione è accompagnata da un saggio di Chloë Reid che prosegue nelle pagine interne delle rispettive «copertine», collegando in questo modo i singoli «quaderni». Chloë Reid (Johannesburg), artista, scrittrice e curatrice, è l’autrice del contributo al Cahier d’Artiste di Rhona Mühlebach e si occupa principalmente di sociologia della vita quotidiana e rapporti tra lettura, scrittura e pratica artistica. Nel 2011 ha concluso il BFA presso la School of Fine Art di Città del Capo, per poi frequentare un MFA presso la Glasgow School of Art, terminato nel 2017.

Rhona Mühlebach, Cahier d’Artistes, 2023 ©Larissa Kasper / Jungle Books

Gabriel Stöckli *1991 Mendrisio,
vive e lavora a Lugano e Milano

«Cuori»
250 x 355 mm
56 pagine

Terminati gli studi a Lugano (Centro scolastico per le industrie artistiche), dopo il bachelor in arti visive a Milano (Nuova Accademia delle Belle Arti) Gabriel Stöckli ha conseguito un master in arti visive e studi curatoriali. Dal 2014 è anche condirettore dello spazio espositivo «Sonnenstube» a Lugano, realizza le sue opere sculturali in materiali semplici, spesso di recupero, per poi presentarle in uno stile sperimentale, tipico dell’epoca del fai-da-te. Gli esiti dell’attività artistica di Gabriel Stöckli dimorano nei luoghi in cui si perde l’orizzonte di un significato condiviso dalla società. La temporalità e la caducità sono determinanti per la scelta di forme, trame e oggetti in tutta la sua produzione. L’indagine su un avvenire non chiaro diventa forza motrice per la ricerca di un senso della collettività e di strumenti per poter vivere nel presente.

Il Cahier d’Artiste di Gabriel Stöckli, dal titolo «Cuori», si concentra su un’avvincente conversazione fra l’artista e l’autrice Stella Succi. Le 56 pagine della pubblicazione contengono le loro interazioni, intervallate da supporti visivi di Gabriel Stöckli. Oltre alla conversazione, la pubblicazione comprende una selezione di illustrazioni del noto settimanale italiano «La Settimana Enigmistica», che Gabriel Stöckli ha utilizzato per creare nuovi collage.

Il contributo al Cahier d’Artiste di Gabriel Stöckli è di Stella Succi (Milano), storica dell’arte e ricercatrice indipendente, che ha fatto parte delle redazioni di Alfabeta2, Mousse Magazine, The Towner, Prismo e attualmente è coordinatrice del Tascabile. Fa parte di Altalena, gruppo di ricerca interdisciplinare nel campo delle arti visive. Dal 2020 collabora con la danzatrice e coreografa Annamaria Ajmone nell’ambito della ricerca drammaturgica.

Gabriel Stöckli, Cahier d’Artistes, 2023 ©Larissa Kasper / Jungle Books

Eva Zornio *1987 Arlesheim,
vive e lavora a Ginerva

«Who are you performing today?»
210 x 260 mm
160 pagine (rilegatura giapponese)

Dopo studi di biologia e un master in neuroscienze, Eva Zornio si è dedicata all’arte e nel 2015 ha conseguito un master in pratica artistica contemporanea alla HEAD di Ginevra (Haute école d’art et de design); lavora nei campi dell’installazione, della performance e del video. Influenzata dai suoi studi di biologia e dal fascino che prova per le scienze della vita, esamina realtà sociali, lavora con microstorie di personificazioni e suscita sentimenti.

Il Cahier d’Artiste di Eva Zornio, dal titolo «Who are you performing today?», si basa sulle risposte al questionario «Affective evaluation» raccolte durante il Backslash Festival di Zurigo del 2022. La pubblicazione comprende le quattro domande poste al pubblico e le relative risposte. Tra gli estratti del questionario è presente una conversazione con Lucie Kolb per il Cahier d’Artiste. Eva Zornio ha concepito la sua monografia come un «libro dell’empatia», aspetto che si ritrova nella carta, nel formato, nel peso e nel colore.

«Who are you performing today?» non solo fornisce risposte, come suggerisce il riferimento al questionario, ma pone anche interrogativi ai lettori e alle lettrici, invitandoli a confrontarsi con le diverse sfaccettature della loro identità.

Lucie Kolb (Basilea), critica e autrice, ha conseguito nel 2017 un dottorato sulle strategie editoriali artistiche dal 1960 presso l’Akademie der bildenden Künste di Vienna. In qualità di curatrice, ha recentemente pubblicato «Der radikale Katalog» (Fabrikzeitung, 2021) e «Artwork as Institution. Stephen Willats» (BNL, 2019) ed è inoltre autrice di «Study, Not Critique» (transversal texts, 2018). Svolge attività di ricerca presso il Critical Media Lab della Hochschule für Gestaltung und Kunst (FHNW), è insegnante nel BA Fine Arts della Hochschule der Künste di Zurigo e coeditrice della rivista online di critica d’arte Brand-New-Life.

Eva Zornio, Cahier d’Artistes, 2023 ©Larissa Kasper / Jungle Books

Potete scoprire di più sugli artisti del 2023 e le loro pratiche artistiche sulla piattaforma curata theartists.net.

Con l’edizione 2023 si concludono i Cahiers d’Artistes. Lanciati da Pro Helvetia nel 1984, i Cahiers d’Artistes presentano una panoramica della produzione artistica svizzera degli ultimi 39 anni.

Dopo una fase iniziale di pubblicazione in proprio, alla fine degli anni 1990 l’edizione dei Cahiers è stata affidata alla Lars Müller Publishers. Dal 2006 a occuparsi della stampa è la casa editrice Edizioni Periferia (Luzern/Poschiavo). La veste grafica dal 2015 al 2021 è curata dallo studio grafico Bonbon con sede a Zurigo. L’edizione 2023 è stata realizzata e pubblicata da Jungle Books.

All’archivio

Jury 2023

  • Valérie Knoll, curatrice, ex direttrice della Kunsthalle di Berna
  • Zilla Leutenegger, artista, Zurigo
  • Andrea Marioni, artista, Bienne
  • Sylvain Menétrey, curatore, Ginerva