La Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia ha nominato un collettivo di operatrici e operatori artistici e culturali, composto da Gianmaria Andreetta, Luca Beeler, Nina Wakeford, Miriam Laura Leonardi, Lithic Alliance e Yul Tomatala per il Padiglione della Svizzera alla 61. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia nel 2026.
Per la prima volta il contributo svizzero alla Biennale è stato designato nel quadro di un bando di concorso aperto. Sono stati presentati 140 progetti.
Nel progetto «The Unfinished Business of Living Together» il collettivo designato esplora odierne forme di convivenza. Ispirato a una trasmissione di «Telearena» della televisione svizzera del 1978, nella quale si discutevano in modo controverso questioni sull’orientamento sessuale, «The Unfinished Business of Living Together» vuole affrontare le condizioni e le opportunità di tolleranza e appartenenza nonché forme di divisione sociale.
Con questa nomina, il direttore di Pro Helvetia Philippe Bischof accoglie la raccomandazione della giuria appositamente composta per questo concorso e spiega:
«Poter tenere apertamente dibattiti sociali attuali con mezzi artistici in un contesto internazionale fa parte delle eccellenti caratteristiche della Biennale d’arte di Venezia. Con il suo approccio che mira a impiegare materiale mediale di repertorio come punto di partenza per una ricerca artistica sul presente, il team di progetto tocca un punto nevralgico dei nostri tempi.»
La giuria, formata da Federica Chiocchetti, Ann-Kathrin Eickhoff, Vittoria Matarrese, Domagoj Smoljo e Anahita Vessier, ha reso omaggio al significato della disponibilità al rischio nell’arte contemporanea, sottolineando che progetti come «The Unfinished Business of Living Together» sono idonei per intavolare un discorso sociale sensato e possono portare a una forte, coeva definizione artistica e curatoriale. Lo scopo del progetto è quello di affrontare questioni urgenti in materia di coesione sociale, identità e valori della convivenza collettiva.
Il team designato lavora in Svizzera e in Europa, in un crocevia tra arte e ricerca. L’impostazione concettuale per il Padiglione della Svizzera è stata iniziata dai curatori Gianmaria Andreetta (Lugano/Berlino), Luca Beeler (Zurigo) e dall’artista Nina Wakeford (Londra) e sviluppata a livello artistico dall’intero team, che include anche Miriam Laura Leonardi (Zurigo), Lithic Alliance (Zurigo/Bruxelles) e Yul Tomatala (Ginevra):
«Veniamo da aree linguistiche diverse: proveniamo dalla Svizzera tedesca, francese e italiana. Rappresentiamo diverse generazioni. E abbiamo prospettive internazionali. Quello a cui aspiriamo è un Padiglione nel quale le visitatrici e i visitatori si chiedono: Quando e dove succede questo? L’archivio in questo caso ha autorevolezza? Le spettatrici e gli spettatori sceglieranno una posizione o magari cambieranno idea.»
La mostra
La 61. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia si svolgerà dal 9 maggio al 22 novembre 2026. La mostra principale sarà curata da Koyo Kouoh (Camerun/Svizzera).
L’Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia si svolge ogni due anni e si alterna annualmente con l’Esposizione Internazionale di Architettura. La Svizzera prende parte dal 1920 all’Esposizione Internazionale d’Arte e dal 1991 alla Mostra Internazionale di Architettura e dispone di un proprio padiglione ai Giardini della Biennale, il cui funzionamento e allestimento, dal 2012, è di competenza della Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia.
Il contributo per il Padiglione della Svizzera alla Biennale d’arte 2026 è stato stabilito per la prima volta mediante un bando di gara con procedura aperta. Sono state inviate 140 candidature.
Informazioni ai media
Ursula Pfander
upfander@prohelvetia.ch
+41 44 267 71 30
Ulteriori informazioni sul Padiglione svizzero alla Biennale di Venezia