lumbung of Publishers an der documenta fifteen

Domande reciproche: testimonianze collettive al lumbung of Publishers
Insights into the lumbung of Publishers by Halik Abdul Azeez.
A luglio parteciperò a documenta fifteen quale membro del lumbung of Publishers, un collettivo di case editrici e creatori di libri indipendenti. Proveniamo da svariati ambiti, tra cui l’arte, l’attivismo, il fumetto e la narrativa. Il termine indonesiano «Lumbung», che indica un magazzino comunitario per il riso, è qui utilizzato quale metafora della messa a disposizione di risorse a favore della collettività e della loro successiva distribuzione tra i membri in base alle necessità. Nell’arco di una settimana di programmazione organizzata e informale a documenta fifteen nel luglio 2022, i 22 membri si riuniranno per elaborare le nostre diverse pratiche, alla ricerca di modi di collaborare proiettati verso il futuro.
L’attrazione per materiali iperlocali e indecifrabili (sia deliberata che involontaria) gioca un ruolo significativo nel lavoro di The Packet, il collettivo di cui faccio parte, costituito nel 2019 in Sri Lanka allo scopo di collaborare ludicamente e coltivando uno spirito comunitario. Nelle nostre pubblicazioni e nei nostri interventi digitali e in situ, lasciamo spazio alle divagazioni e al flusso, resistendo all’impulso di produrre costantemente provocazioni artistiche.

Lo testimonia in particolare il nostro account Instagram, gestito simultaneamente da fino a otto persone. Rifacendoci alla nozione di «silly archive» come espediente per dare un senso al mondo che ci circonda, combiniamo Tik Tok e meme con stralci di saggi accademici, cultura pop e farneticazioni su Twitter.
Insieme a movimenti simili che stanno spuntando un po’ ovunque nel Sud del mondo, abbiamo iniziato a pensare all’indecifrabilità/all’oscurantismo come a un principio di autoaffermazione e resistenza in grado di far emergere nuovi modi d’essere. Con il lumbung of Publishers, tenteremo di creare ponti tra queste diverse maniere alternative di agire e di essere, alla ricerca di elementi che ci uniscano. Anche se ognuno di noi lavora in contesti estremamente specifici, ci lega il fatto di rivolgerci direttamente a comunità locali nella lingua del posto, la fiducia comune nella forza delle strutture comunitarie, il sostegno reciproco e la condivisione come fondamento del contropotere.
Promuovere un’organizzazione collettiva costituisce un’impresa complessa già nelle realtà più piccole, e dunque lo è maggior ragione su scala globale. Ha peraltro un che di ironico il tentativo di proporre idee indipendenti nel quadro di una dei maggiori festival artistici che il Nord del mondo ha da offrire. Il pericolo che, come spesso è accaduto in passato, tutto sfoci in un’operazione effimera, troppo condizionata dalle reti di sovvenzionamento internazionali e dalle dinamiche del mondo dell’arte, è reale.
Porsi obiettivi fattibili diventa allora un fattore cruciale. Se non si arriverà ad un’unica rete globale, emergeranno forse realtà collaborative su scala più piccola. Da strategie e mezzi per aiutarsi reciprocamente in ambiti quali le vendite e la logistica, essenziali per la sopravvivenza, potranno risultare sinergie che faciliteranno un’attività così complessa quale la gestione di attività editoriali indipendenti.
Verranno così a galla gesti di comprensione reciproca, vie e mezzi per conoscere e imparare gli uni dagli altri a causa, e non malgrado, i panorami dei flussi che ognuno di noi occupa. Tale mutua conoscenza genera la speranza di un futuro collettivo la cui fattezza e forma oggi forse ci sfugge. Questo tipo di testimonianza collettiva, come dice Natasha Marin, è un atto rivoluzionario che ci consentirà «di vederci integri e in salute in un mondo così stuzzicato dal nostro soggiogamento» – una rivoluzione che magari prenderà corpo in maniera repentina oppure coverà sotto le ceneri in anni di conversazioni, ma che avverrà in ogni caso.
Siccome il gruppo si riunisce regolarmente nel «salotto digitale» basato sul cloud del lumbung of Publisher, alcuni di questi mutui sforzi di creazione di senso sono già iniziati. Con le «microinterviste/conversazioni» qui di seguito, stralci ripresi da una serie di domande che continuiamo a porci reciprocamente, cerchiamo di conoscere più a fondo una comunità in crescita.
Marjin Kiri >> microutopías: Pubblicate in svariati formati, tra cui libri, opuscoli, poster ecc. Ogni formato ha la propria agenda e finalità specifiche (e il proprio pubblico), o essi risultano complementari tra loro?
microutopías >> Marjin Kiri: Cerchiamo di rispondere alle seguenti domande: qual è il formato migliore per quest’idea? Si tratta dell’unico modo per concretizzarla? Ha senso? Mirando al massimo impatto con il minimo di mezzi a disposizione, consideriamo il formato come un vettore supplementare di contenuti. In molti casi, il formato è la causa e pure la conseguenza di ciò che è stato pubblicato. È la solita questione dell’uovo o della gallina: cosa viene prima, il formato o il contenuto?
Ci potete raccontare qualcosa di più sul vostro sistema di distribuzione e sui vostri obiettivi?
Kuti Kuti >> Kuš!: Sin dagli esordi, l’idea alla base della rivista gratuita era di proporre una nuova estetica ai lettori e di allargare il pubblico del fumetto contemporaneo. Dal punto di vista degli artisti, la pubblicazione fisica dei propri lavori assume una certa importanza e Kuti in qualità di rinomata rivista può contribuire alla loro futura carriera.
Tanja // Stripburger >> Halik // The Packet:
Quale ruolo assume l’autopubblicazione / la realizzazione di una zine (da solo o in collaborazione) nel tuo lavoro creativo?
Halik // The Packet >> Tanja // Stripburger: Una zine è molto facile da realizzare e distribuire, dato che non necessita di infrastrutture per la pubblicazione su vasta scala. Per me questo è stato liberatorio. Quando poi ho iniziato a collaborare con altre persone per dei progetti editoriali, le zine si sono pure rivelate un ottimo contenitore per ricerche e dibattiti collettivi. Amo il fatto che ci siano opere d’arte che possono essere portate al di fuori delle gallerie a costi relativamente contenuti.
Cooperativa Cráter Invertido >> David Kaiza:nCos’è la memoria?
David Kaiza >> Crater Invertido: Ritengo (in qualità di scrittore) che la memoria costituisca lo sforzo (credo che la memoria sia lavoro) di esistere in un continuum contro lo scorrere incessante del tempo. Come lavoro, credo che la memoria sia il tentativo di spiegare ciò che è appena passato.
HAMBRE >> Jalada Africa:
Pensando al «lumbung» (magazzino comunitario per il riso) indonesiano o all’espressione spagnola «olla común» (mensa comunitaria), qual è la pratica collettiva e collaborativa della vostra regione che vi ispira maggiormente?
Jalada Africa >> HAMBRE: Esiste un affascinante giovane collettivo, denominato Esmat Publishing List, fondato uno o due anni fa al Cairo in Egitto, che coniuga linguaggi cinematografici, artistici e discorsivi. «Esmat» = عصمت è un termine arabo privo di connotazioni di genere. Il collettivo si definisce in sintesi come «una raccolta di pubblicazioni e personaggi». Per ora, essi considerano Esmat come uno spazio per pensare alla realizzazione di libri in maniera cinematografica. In che modo il fascino del cinema può essere trasposto in forma stampata – il gioco di luci, suoni, movimenti, scenografie, trame, sguardi e sentimenti incarnati?
The lumbung of Publishers:
- Bananafish Books, China
- consonni, Basque Country
- Cooperativa Cráter Invertido , Zürich
- Hambre, Chile
- Jalada Africa, Kenya
- Kayfa ta , Egypt
- Kutikuti>, Finland
- kuš! , Latvia
- La Impresora, Puerto Rico
- Marjin Kiri , Indonesia
- microutopías, Uruguay
- Nieves, Switzerland
- Relampago, Kenya
- Rotopol Press , Egypt
- Stripburger, Slovenia
- Strapazin , Switzerland
- The Packet, Sri Lanka
- Erick Beltrán , Spain/Mexico</li
David Kaiza , Kenya
N’fana Diakite , Mali
Abdul Halik Azeez è un artista visivo, ricercatore indipendente e scrittore attivo a Colombo (Sri Lanka). Membro fondatore del collettivo singalese The Packet, è altresì membro del Lumbung of Publishers.
The Publishers Lumbung at documenta 15 is supported by Pro Helvetia with the aim of facilitating and strengthening exchange between independent publishers, book-makers and artists in Pro Helvetia’s global network.